Una terra… davvero Soave

La splendida cinta muraria che sale lungo la collina e si fa ben riconoscere da chi viaggia tra Verona e Venezia, ha un nome celebre: Soave. Un nome che richiama grandi vini, ma anche una storica cittadina e una terra dai suggestivi paesaggi che l’uomo ha, nei secoli, plasmato con la sua laboriosa presenza.

Cuore del territorio e della città che dà nome al “bianco italiano” per eccellenza è il castello. Si dovrebbe partire da qui, per una visita: ma si può fare un’eccezione e scegliere una delle numerose cantine sparse nei 13 comuni che compongono la Doc Soave, spesso in località suggestive. Qui si troveranno quasi solo due vitigni autoctoni: il Trebbiano di Soave e la Garganega, che danno vita al Soave Doc e Soave Superiore Docg. La Garganega è anche alla base di un pregiato passito, il Recioto di Soave Docg. Sulle stesse colline si coltiva l’uva Durella, da cui il Lessini Durello Doc, “l’altro” spumante veneto oltre al Prosecco, metodo classico o charmat.

La visita può poi proseguire verso pievi secolari, come S. Maria a Pieve di Colognola ai Colli, o dimore patrizie quale villa Verità-Montanari a San Pietro di Lavagno. Lasciata l’auto, ogni sentiero offrirà scorci inaspettati e il suolo vulcanico – particolarità del Soave – una flora originale.

La gastronomia propone una chicca, il Verdone nano di Colognola ai Colli, varietà di piselli celebrati per il sapore e le proprietà organolettiche, da gustare soli o nei tradizionali “risi e bisi” e… vino Soave! Da non perdere poi la Mora di Cazzano Igp, il frutto dei ciliegi che in primavera ammantano di colori le colline.

Emanuele Cenghiaro